Nomadi digitali e lavoratori da remoto: le nuove regole

In vigore decreto interministeriale che disciplina ingresso e soggiorno in Italia dei lavoratori a distanza altamente qualificati
10/04/2024
È entrato in vigore il decreto del Ministero dell’Interno, redatto di concerto con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero del Turismo e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, su “Modalità e requisiti per l'ingresso ed il soggiorno dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea che svolgono un'attività lavorativa altamente qualificata attraverso l'utilizzo di strumenti tecnologici che consentono di lavorare da remoto”.
 
Il decreto stabilisce tanto le modalità per il rilascio del permesso di soggiorno, quanto le regole per l’attribuzione del codice fiscale e della partita IVA. Queste disposizioni favoriscono l’integrazione e lo sviluppo della comunità dei nomadi digitali in Italia, promuovendo al contempo l’innovazione e la competitività nel contesto lavorativo globale.
 
Per richiedere il nuovo Digital Nomad Visa il cittadino extra UE deve possedere i seguenti requisiti:
  • avere un reddito annuo minimo proveniente da fonti legali che non sia inferiore al triplo del livello minimo richiesto per essere esentati dalla partecipazione alla spesa sanitaria;
  • possedere un’assicurazione sanitaria che copra le cure mediche e il ricovero ospedaliero, valida su tutto il territorio nazionale e per l’intero periodo del soggiorno;
  • produrre documentazione adeguata riguardante le modalità di alloggio;
  • dimostrare di avere almeno sei mesi di esperienza pregressa nell’ambito dell’attività lavorativa da svolgere come nomade digitale o lavoratore da remoto;
  • presentare il contratto di lavoro o di collaborazione, o un’offerta vincolante nel caso dei lavoratori da remoto, per l’esercizio di un’attività lavorativa che richieda il possesso di almeno uno dei requisiti indicati dall’articolo 27-quater, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Blue Card UE) 
 
Inoltre, il decreto disciplina le modalità per la verifica del rispetto delle disposizioni contributive e fiscali. Se non ci sono accordi bilaterali di sicurezza sociale con il Paese di Origine, varrà la disciplina previdenziale e assicurativa italiana. Ai nomadi digitali e ai lavoratori da remoto sarà rilasciato il codice fiscale insieme al permesso di soggiorno e dovranno aprire anche la partita iva.
 
 
Foto: S. Zwerick 
 
 




 
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