A venti anni dall'introduzione in Italia del lavoro in somministrazione, Assosomm Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro, ha promosso il convegno "Attiviamo Lavoro - I primi 20 anni del lavoro in somministrazione in Italia" per stilare un bilancio e tracciare la direzione verso il futuro.
All'evento, svolto oggi a Roma, nella sede dell'INAPP, ha preso parte il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, cui sono state affidate le conclusioni del convegno.
I lavori, organizzati da The European House - Ambrosetti, sono stati aperti da Stefano Sacchi, Presidente INAPP, che ha ricordato il percorso svolto dalla legge 196/1997, nota come "legge Treu", la norma istitutiva del lavoro in somministrazione in Italia.
"Un percorso virtuoso – gli ha fatto eco Rosario Rasizza, Presidente Assosomm e Amministratore Delegato Openjobmetis – partito dal 1997 e passato attraverso la legge Biagi e il Jobs Act". Il numero uno dell'Associazione ha posto in evidenza il ruolo centrale delle agenzie nel sistema del lavoro italiano poiché esse si occupano di risorse umane e il "capitale umano - ha detto - è e resterà sempre al centro nelle aziende, anche nei tempi in cui la digitalizzazione avanza e fa continui progressi poiché senza le persone non esistono le aziende".
Il punto di visto dell'Europa è stato offerto da Sandrine Cazes, Senior Economist dell'OCSE Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico: nel vecchio continente, ha spiegato, "emergono nuove forme di lavoro, con maggiore flessibilità, riduzione dei costi e migliore incontro tra domanda e offerta". Cazes si è soffermata sul ruolo delle tecnologie a proposito delle quali, ha richiamato l'attenzione, non c'è da nutrire timori perché "soltanto il 9% dei lavori in EU risente in misura elevata dell'introduzione delle tecnologie".
Al centro del convegno, la presentazione del rapporto "I primi 20 anni del lavoro in somministrazione in Italia", realizzato a quattro mani da Stefano Sacchi, presidente INAPP, e da Tiziano Treu, Presidente del CNEL, che della legge istitutiva che porta il suo nome e la sua firma fu il principale ispiratore come Ministro del Lavoro dell'epoca.
Per Sacchi, le cifre rendono evidente il successo del lavoro somministrato che ha registrato, in Italia, una crescita impetuosa. Costante l'incremento dal 1998 al 2016 (con due soli cali, nel 2009, in corrispondenza della crisi, e nel 2012) per salire oltre 600.000 contratti, valore ancora più elevato che prima della crisi. In testa, tra i settori industriali, quello manifatturiero che colleziona il maggior numero di utilizzi. Maggiore il peso al Nord, seguono il centro e il Sud. L'analisi rende evidente che I lavoratori in somministrazione sono più giovani della media e che è cambiata la classe dimensionale delle imprese, poiché la forma contrattuale è ora diffusa anche in quelle più piccole.
Per Treu, quella sul lavoro in somministrazione, attraverso i vari passaggi che ha attraversato, è stata una riforma in tempi maturi, dalla legge 196/1997 al Jobs Act, "davvero una regolazione in progress come dovrebbero essere tutte le grandi riforme", ha posto in rilievo. Nel tempo, ha detto Treu, si è verificata un'implementazione efficace della legge, che ha prodotto crescita quantitativa e diversificazione organizzativa.
Sul piano normativo, ha proseguito, i rigorosi criteri di accreditamento delle agenzie sono un elemento virtuoso del nostro sistema. Uguale valutazione, ha aggiunto, va compiuta sull'investimento in formazione: il Fondo del 4% è lungimirante e ha concluso che "la formazione è davvero il primo welfare".
Si è quindi aperta la tavola rotonda "Prospettive future di crescita e ruolo dei vari attori del sistema" - moderata da Antonio Polito, Vice Direttore del Corriere della Sera - cui sono intervenuti Susanna Camusso, Segretario Generale CGIL; Rosario Rasizza, Presidente Assosomm e Amministratore Delegato Openjobmetis; Carmelo Barbagallo, Segretario Generale UIL; Iole Vernola, Direttore Centrale Politiche del Lavoro e Welfare di Confcommercio Imprese per l'Italia, e Gianluigi Petteni, Segretario Confederale CISL.
I relatori si sono confrontati sul contesto regolatorio del lavoro in somministrazione; sull'evoluzione del lavoro in somministrazione in Italia; sulle criticità e le prospettive future; sulle indicazioni di policy per sostenere lo sviluppo e la crescita del settore.
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha preso la parola al termine del dibattito e ha svolto alcune considerazioni, sia di scenario, sia sul versante specifico del lavoro in somministrazione. "Per anticipare i tempi – ha subito messo in luce - bisogna guardare molto lontano ma occorre agire velocemente nel quotidiano". In un ambito così delicato come quello del lavoro, c'è bisogno di monitorare numeri e tendenze con attenzione, così come fatto nella ricerca a firma di Sacchi e Treu. "Sui dati, poi - ha aggiunto - ognuno può costruire la propria valutazione ma è indubbio che le analisi e le ricerche occorrano". Proprio a partire dalle cifre, Poletti ha considerato quanto I venti anni di lavoro in somministrazione ci consegnino esiti ben favorevoli di reputazione e affidabilità, e ha pure osservato che "i dati sulla crescita dei contratti di somministrazione testimoniano che non vi è stato conflitto tra le forme di lavoro".
Il Ministro non ha nascosto che sia necessario intervenire su quelle situazioni dove ci sono spregiudicate modalità di agire o interpretazioni poco chiare delle regole ma ha pure ricordato che "è vero che si può sempre migliorare ma il nostro posizionamento sulla somministrazione del lavoro, in ambito UE, è di certo tra i più avanzati".
Poletti ha parlato di tecnologie, che "si usano anche per migliorare la dignità del lavoro ", di visioni future e di politiche attive. "Il Ministero - ha spiegato - è una sede aperta al dialogo non confinato tra pochi esperti. Ben venga il confronto che punta a ricevere, ascoltare e costruire: prova ne sia il recente lancio del portale Il lavoro che cambia, una forma di dialogo aperta a tutti i protagonisti del mondo del lavoro, anche in prospettiva del G7 Lavoro che quest'anno si svolgerà in Italia, dal 30 settembre al 1 ottobre, e che sarà dedicato al rapporto tra "Scienza, Tecnologia e Lavoro".
Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali