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Apertura dell’anno giudiziario: risultati del 2023 e sfide del 2024

La Prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione, Margherita Cassano, è intervenuta con un discorso di apertura alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario presso la Corte di Cassazione alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
25/01/2024
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto all’Assemblea generale della Corte Suprema di Cassazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 e per la relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2023.
Il Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione, Margherita Cassano, ha dichiarato aperta la seduta dell’Assemblea generale e ha svolto la Relazione sull’amministrazione della giustizia.
 
Al termine, hanno preso la parola: Fabio Pinelli, Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura; Carlo Nordio, Ministro della Giustizia; Luigi Salvato, Procuratore generale presso la Corte Suprema di Cassazione; Gabriella Palmieri Sandulli, Avvocato generale dello Stato; Francesco Greco, Presidente del Consiglio Nazionale Forense.
 
L'efficienza della giustizia come obiettivo comune, una forte azione di sensibilizzazione contro i femminicidi e le violenze sulle donne e l’impegno a controlli efficaci per la sicurezza sul luogo di lavoro: sono alcuni dei punti sui cui è intervenuta la Prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario.
Alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, Cassano ha presentato la Relazione sull’amministrazione della giustizia riferita al 2023 e ha ricordato che “rendere la giustizia efficace attraverso un reale recupero di efficienza dei suoi apparati deve costituire un obiettivo di lunga durata per le Istituzioni di uno Stato moderno”.

Ha quindi aggiunto che “occorre promuovere l’indipendenza economica delle donne, in quanto non può esservi libertà di denuncia senza la libertà dai bisogni primari”.

Particolare attenzione è stata rivolta alle morti sul lavoro: “I dati, pur se in lieve flessione rispetto all’anno precedente, continuano ad essere l’espressione di una grave patologia sociale”, ha dichiarato Cassano. Motivo per cui “è urgente porre rimedio mediante una forte azione preventiva incentrata sul recupero di effettività di controlli seri, efficaci, moderni, capillari. In un moderno Stato di diritto non è tollerabile che si continui a morire a causa del lavoro”.

 
 




 
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