Dal 15 luglio 2023 entrano le grandi imprese (da 250 dipendenti in su) dovranno adeguarsi alle nuove regole sul whistleblowing, ovverosia sulle rivelazioni di illeciti all’interno di un ente, che in attuazione di alcuni principi comunitari espressi nella direttiva Ue 2019/1937, rafforzano le regole già esistenti, ampliando la portata delle norme che impongono l’adozione di sistemi di segnalazione aziendale degli illeciti.
Un punto saliente della nuova normativa è che la segnalazione non può avere come oggetto contestazioni legate ad un interesse di carattere personale del segnalante, attinenti esclusivamente al proprio rapporto individuale di lavoro o al rapporto con i superiori. Quando invece la segnalazione ricada nel perimetro di applicazione della norma, il segnalante deve godere della massima tutela della sua riservatezza intesa non solo come identità, ma anche come qualsiasi informazione da cui tale identità può essere ravvisata. Se la contestazione è fondata sulla segnalazione e la conoscenza dell’identità del segnalante sia indispensabile per la difesa dell’incolpato, la segnalazione potrà essere utilizzata solo in presenza del consenso del segnalante alla rilevazione della sua identità.
Per le imprese che hanno impiegato tra i 50 e i 249 dipendenti nell’ultimo anno la scadenza è invece fissata al 17 dicembre 2023.
Tra i principali obblighi in capo alle aziende c'è quello di dotarsi di una piattaforma di segnalazione sicura, che protegga la riservatezza dell’identità e i dati personali di chi denuncia condotte illecite. Le imprese dovranno, pertanto gestire le segnalazioni tramite software che utilizzano sistemi crittografici, capaci di garantire la riservatezza dell’identità di chi segnala, della persona coinvolta e del contenuto della segnalazione stessa. Inoltre, il trattamento dei dati personali e la documentazione inerente alle segnalazioni dovranno essere gestire rispettando le regole e i principi Gdpr.