Quali sono le differenze tra il collaboratore fisso e il redattore ordinario? Su questo tema a fatto chiarezza la Corte di Cassazione con la sentenza n. 26760 del 13 novembre 2017.
La domanda con cui una giornalista aveva richiesto l’accertamento della natura subordinata del rapporto di lavoro rivendicando la qualifica di collaboratore fisso era stata respinta dai giudici di merito rilevando da un lato che la lavoratrice si recava presso la sede del giornale solo per coordinare con il redattore i temi dei vari articoli dalla stessa proposti e, dall’altro, che la giornalista non forniva al quotidiano una collaborazione sistematica su specifici argomenti o rubriche.
Il ricorso proposto dalla lavoratrice è stato accolto dalla Suprema Corte che ha ribadito i tratti caratterizzanti la qualifica di collaboratore fisso.In particolare, la Suprema Corte ha rilevato che “la figura del collaboratore fisso si caratterizza per un'attività giornalistica continuativa che ha per oggetto il controllo della notizia, la sua elaborazione e quindi la stesura del pezzo o dell'articolo, con modalità di acquisizione delle notizie e verifica delle stesse su un particolare tema, che non necessariamente devono essere espletate in redazione” precisando come tale profilo sia compatibile con altre collaborazioni giornalistiche.
La Cassazione ha quindi censurato la sentenza di merito che aveva valorizzato profili (presenza quotidiana in redazione, partecipazione alle riunioni redazionali, ecc..) caratterizzanti il diverso profilo del redattore che, a differenza del collaboratore fisso, richiede un inserimento continuativo ed organico nell’attività redazionale.