Dopo quasi sette ore di difficile confronto è arrivato l'accordo firmato da governo, sindacati e imprese: l'avviso comune impegna le aziende a utilizzare gli ammortizzatori sociali prima di procedere ai licenziamenti.
Il documento congiunto, secondo gli organi di informazioni che citano fonti di governo, è stato firmato dal premier Mario Draghi, dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, dai leader di Cgil, Cisl e Uil e da Confcooperative, Cna, Confapi e Confindustria. All'avviso comune è stato associata anche l'istituzione di un tavolo di monitoraggio a Palazzo Chigi per governare e seguire eventuali emergenze sociali in vista del superamento del blocco dei licenziamenti in scadenza il 30 giugno.
Nel testo dell’accordo firmato dai sindacati e condiviso da Confindustria si legge che «le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro». Poi si aggiunge: «Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all’avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua».
L'accordo prevede che dal 1° luglio le aziende che abbiano fatto ricorso alla cosiddetta "cassa integrazione Covid" non siano più soggette al divieto di licenziare. Tale divieto sarà prorogato fino alla fine di ottobre per i settori del tessile, del calzaturiero e della moda, le cui aziende dal 1º luglio potranno usufruire ancora di 17 settimane di “cassa integrazione COVID” gratuita. È stato inoltre deciso di introdurre per le aziende in crisi degli altri settori, che abbiano esaurito tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione, altre 13 settimane di cassa integrazione straordinaria, a patto di non licenziare.