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Fumare sul luogo di lavoro: licenziamento o sanzione conservativa?

E' illegittimo il licenziamento per giusta causa del dipendente addetto alle pulizie per aver violato il divieto di fumo durante l'orario di lavoro senza aver messo comunque in pericolo persone e beni aziendali ma è da applicare la sanzione conservativa
21/09/2020
La Corte di cassazione con la sentenza  12841 del 26 giugno 2020, ha deliberato sulla legittimità di  un licenziamento in tronco comminato a un lavoratore per violazione del divieto di fumo nei locali aziendali, in particolare i locali della ditta committente ove svolgeva la propria mansione.
 
A fronte di una disciplina collettiva che prevedeva la sanzione conservativa per la mera violazione del divieto di fumare nei locali aziendali e la sanzione espulsiva per la violazione di tale divieto comportante l’ulteriore rischio di recare pregiudizio all’incolumità delle persone o alla sicurezza degli impianti, i giudici di merito hanno annullato il licenziamento ritenendo che il luogo ove il lavoratore era stato scoperto a fumare (“ zona di intercapedine tra uffici sprovvisto di impianti e di persone; assenza di attrezzature pericolose quali bombole contenenti materiale infiammabile; planimetria dello stabilimento”) non avesse caratteristiche tali da mettere in pericolo l’incolumità delle persone o la sicurezza degli impianti.
 
La Suprema Corte ha condiviso tale statuizione ribadendo i principi per cui, ove la norma collettiva preveda per un determinato comportamento la sanzione del recesso, il giudice deve comunque verificare la sussistenza della giusta causa e non è vincolato dalla valutazione espressa dalle pari sociali mentre, nel caso opposto di norma collettiva che preveda una sanzione conservativa, il giudice è vincolato da tale valutazione.

 
 




 
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