Dal 10 ottobre entrano in vigore gli obblighi della Legge 132/2025
A partire dal 10 ottobre 2025, la Legge 132/2025 sull’intelligenza artificiale introduce obblighi immediati per imprese e professionisti. La norma, approvata il 23 settembre, inaugura una nuova fase di trasparenza e responsabilità nell’uso dell’IA, imponendo a datori di lavoro e professionisti intellettuali di informare per iscritto dipendenti e clienti ogni volta che vengono impiegati sistemi basati su algoritmi o processi automatizzati.
La legge non si limita a definire principi generali, ma stabilisce adempimenti operativi che incidono direttamente sull’organizzazione del lavoro e sull’esercizio delle professioni. In entrambi i casi, il legislatore vuole garantire che l’uso dell’IA rimanga compatibile con i diritti fondamentali, con la normativa europea e con il principio di prevalenza del giudizio umano.
Le regole per i datori di lavoro
Nel mondo del lavoro, l’intelligenza artificiale entra a pieno titolo tra gli strumenti gestionali dell’impresa, ma con limiti precisi. Il nuovo art. 11, comma 2, della Legge 132/2025 obbliga il datore di lavoro o il committente a informare il lavoratore e le rappresentanze sindacali (RSA o RSU, o in mancanza, la sede territoriale del sindacato) sull’uso dell’IA, secondo quanto previsto dall’art. 1-bis del D.Lgs. 152/1997, aggiornato dal Decreto Trasparenza (D.Lgs. 104/2022).
Da ottobre, ogni datore dovrà fornire informazioni scritte e dettagliate nei casi in cui sistemi di intelligenza artificiale incidano su:
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assunzione e selezione del personale;
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assegnazione di mansioni e turni;
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valutazione e monitoraggio delle prestazioni.
L’informativa dovrà contenere:
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gli aspetti del rapporto di lavoro influenzati dall’IA;
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le finalità dei sistemi utilizzati;
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la logica di funzionamento;
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le categorie di dati e i parametri principali impiegati per addestramento e decisione;
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le misure di controllo e correzione, con indicazione dei responsabili;
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i livelli di accuratezza, robustezza e cybersicurezza, e i possibili rischi discriminatori.
Quando i sistemi automatizzati vengono impiegati anche per monitorare comportamenti o prestazioni, possono configurarsi come strumenti di controllo a distanza ai sensi dell’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori. In questi casi, l’impiego è ammesso solo per finalità legittime e previo accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro.
I lavoratori potranno chiedere per iscritto ulteriori chiarimenti: il datore dovrà rispondere entro 30 giorni. Le informazioni vanno fornite prima dell’inizio dell’attività lavorativa, mantenute accessibili e conservate per cinque anni dopo la cessazione del rapporto. Ogni modifica dovrà essere comunicata per iscritto con almeno 24 ore di preavviso.
Le regole per i professionisti
La stessa logica di trasparenza si estende alle professioni intellettuali. L’art. 13 della Legge 132/2025 consente l’uso dell’IA solo come strumento di supporto e ausilio tecnico, escludendo che possa sostituire l’attività intellettuale del professionista.
La legge non introduce sanzioni dirette, ma demanda ai consigli degli ordini il compito di integrare i codici deontologici, definendo le conseguenze disciplinari per l’uso improprio o non trasparente dell’IA.
Il professionista resta pienamente responsabile dei risultati prodotti: deve conoscere, supervisionare e controllare il funzionamento degli strumenti tecnologici utilizzati. È significativo, in tal senso, il precedente della sentenza n. 2120/2025 del Tribunale di Torino, che ha condannato un avvocato per lite temeraria dopo aver depositato un atto generato da un sistema di IA privo di coerenza logica, giudicato espressione di colpa grave e malafede.
Sul piano informativo, ogni professionista dovrà comunicare in modo chiaro e completo al cliente l’uso di tecnologie basate su IA al momento del conferimento dell’incarico. L’informativa potrà essere allegata alla lettera d’incarico professionale, al consenso informato in ambito sanitario o ad altri contratti.
In attesa dei decreti attuativi, Confprofessioni e Associazione Nazionale Forense hanno elaborato un modulo informativo standard che può essere adattato a tutte le professioni e allegato alla documentazione contrattuale. Al momento, solo l’Ordine dei giornalisti ha già adottato regole specifiche sull’uso dell’intelligenza artificiale.
Verso un modello di “IA assistita”
La Legge 132/2025 inaugura un modello di intelligenza artificiale assistita, che riconosce la tecnologia come strumento di supporto al lavoro umano, ma non come suo sostituto. Il principio guida è quello di una adozione consapevole, responsabile e trasparente, in grado di potenziare l’efficienza e la qualità del lavoro senza ridurre la centralità della valutazione umana.
L’obiettivo è costruire un equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti, preservando il ruolo insostituibile del giudizio, della competenza e della responsabilità personale.