Il 17 settembre 2025 il Senato ha dato il via libera definitivo al disegno di legge n. 1146-B, recante Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale. Il provvedimento, che attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, si pone come primo quadro normativo nazionale dopo il Regolamento UE 2024/1689, fissando principi generali e deleghe per i futuri decreti attuativi. Tra i settori più interessati figurano giustizia e lavoro.
Giustizia - Decisioni riservate al magistrato – Il testo esclude che l’intelligenza artificiale possa sostituire l’attività interpretativa e valutativa del giudice. Restano quindi di esclusiva competenza umana l’interpretazione e l’applicazione della legge, la valutazione dei fatti e delle prove, l’adozione di provvedimenti.
- Niente giustizia predittiva – Pur non utilizzando espressamente questa formula, la legge vieta l’impiego di sistemi capaci di fornire decisioni o pronostici vincolanti sull’esito dei giudizi.
- Uso ammesso solo per funzioni di supporto – L’IA potrà essere utilizzata a fini organizzativi, amministrativi e di ausilio, ad esempio per la gestione documentale, l’ottimizzazione dei flussi procedurali, la ricerca giurisprudenziale e dottrinale. Ogni sperimentazione dovrà essere autorizzata dal Ministero della Giustizia fino all’entrata in vigore del regolamento europeo.
Lavoro - Tutela della dignità e dei diritti fondamentali – L’adozione di strumenti basati su intelligenza artificiale è subordinata al rispetto della salute, della dignità e dei diritti della persona.
- Divieto di controlli a distanza – Non è consentito utilizzare sistemi automatizzati per una sorveglianza invasiva dei lavoratori.
- Obbligo di informazione e consultazione – Prima di introdurre applicazioni che possano incidere sull’organizzazione o sulle condizioni di lavoro, il datore deve informare i lavoratori e consultare le rappresentanze sindacali.
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Il disegno di legge richiama i principi di trasparenza, proporzionalità, non discriminazione, sicurezza e protezione dei dati già presenti nella normativa europea. Introduce il nuovo reato di illecita diffusione di contenuti generati o alterati con IA, punendo chi diffonde deepfake o altri materiali falsificati senza consenso. Con questo provvedimento l’Italia si dota di un primo quadro di regole nazionali che, in coerenza con il diritto dell’Unione, mira a garantire che l’uso dell’intelligenza artificiale sia sicuro, trasparente e rispettoso dei diritti fondamentali, in particolare nei settori più sensibili come la giustizia e il lavoro.